Dell'Imago mundi di Onorio d'Autun esistono in volgare italiano almeno quattro traduzioni, ciascuna tràdita da uno dei seguenti codici: Mo BE alfa Q 5, Fi, BNC Pal. 703, Fi BNC Magl. XXXVIII 127 e Paris BNF Lat. 7239 (Chiovaro 1977, p. 10 parla anche di una versione conservata in un codice della Biblioteca dei Redentoristi di Venezia, senza però fornire indicazioni più precise: non si trova in Quinto 2006). Due di esse, quelle vergate nei manoscritti Fi BNC Magl. XXXVIII 127 (in cui è attribuita ad Anselmo vescovo) e Paris BNF Lat. 7239, sono ad oggi inedite (per i due codd. cfr. rispettivamente Mostra di codici 1957, p. 108 e Finzi 1893-1894, XVII, p. 491).
La versione del ms. estense (del sec. XIV), che contiene anche il cosiddetto Lapidario veneto, è stata pubblicata da Finzi 1893-1894. Si tratta di una traduzione veneta, più precisamente trevigiana, pur con alcuni elementi friulani (sulla lingua del cod. cfr. Corti 1960, e per il nostro volgarizzamento pp. 117-118), nel complesso piuttosto fedele all'originale.
Assai meno letterale è invece la traduzione in volgare toscano contenuta nel cod. Fi BNC Pal. 703 (della prima metà del sec. XIV), edita da Chiovaro 1977: il traduttore italiano, infatti, rispetto al testo di Onorio opera numerosi tagli e introduce trattazioni desunte da altre fonti. In particolare, si hanno alcune interpolazioni provenienti dalle Etimolgie di Isidoro da Siviglia, altre derivanti da diverse fonti antiche o medievali, ed altre ancora attribuibili all'iniziativa dell'anonimo volgarizzatore (cfr. Chiovaro 1977, pp. 27 e ss.).
V. Finzi, Di un inedito volgarizzamento dell'«Imago mundi» di Onorio d'Autun, in «Zeitschrift für Romanische Philologie», XVII (1893), pp. 490-543 e XVIII (1894), pp. 1-73.