Il volgarizzamento è tràdito da oltre una trentina di testimoni, come si ricava dal recente censimento di Zaggia 2009, pp. 28-29 (che riprende, con integrazioni e correzioni, quelli di Gorra 1887, pp. 169-173 e De Blasi 1979, pp. 130-132, poi riproposto in De Blasi 1986, pp. 39-40). Conservano l'intera opera i seguenti codici: Fi BML XLIV 31, Fi BML LXII 10, Fi BML LXII 11, Fi BML LXII 13, Fi BML LXXXIX inf. 31, Fi BML LXXXIX inf. 44, Fi BML Pal. 119, Fi BML Pal. 154, Fi BML Redi 180, Fi BNC II II 286, Fi BNC II II 308, Fi BNC II IV 43, Fi BNC II IV 44, Fi BNC II VI 30, Fi BR 1649, Fi BR 1821, Fi BR 1899, Fi BR 1901, Rm, BANLC Rossi 75 (copia di Fi BML Redi 180), Rm BANLC Rossi 115, Si BC I VII 12, CdV BAV Vat. lat. 3223, CdV BAV Vat. lat. 7605, CdV BAV Barb. lat. 4104, Svizzera Coll Priv. Sei codici sono invece parziali, in quanto interpolano la versione del Ceffi con altre fonti; si tratta di Fi BML Tempi 5, Fi BNC II IV 46, Fi BNC II IV 49 (contaminato con l'Istorietta troiana), Ud BA 108, Paris, BNF It. 120 e Paris BNF It. 617 (estratto inframmezzato al volgarizzamento napoletano dell'Historia), ai quali va aggiunto il frammento segnalato e trascritto da Rinoldi 1998, pp. 8-16.
L'opera fu edita a stampa per la prima volta già nel 1481 a Venezia (Historia di Troia, 1481). Una nuova edizione, basata su un codice laurenziano, fu promossa dagli Accademici della Fucina nel 1665 (Storia della guerra di Troia, 1665; la copia di servizio dell'ed. è costituita dal cod. CdV BAV Barb. lat. 4104), mentre l'ultima, e a oggi insostituita, è quella di Dello Russo 1868, per la verità poco affidabile (si veda in proposito il giudizio lapidario di Mussafia 1871, pp. 300-301 n. 1). Dello Russo, infatti, fondava la propria edizione sulla precedente stampa seicentesca, ricorrendo però - talvolta con scarso criterio - anche alle testimonianze di Fi BML 180, Si BC I VII 12, e al cosiddetto "codice Zannone", vale a dire il manoscritto autografo di Giovan Battista Zannone, segretario dell'Accademia della Crusca dal 1817. Lo Zannone, che prima della sua morte, occorsa nel 1832, si accingeva a preparare una nuova edizione del volgarizzamento, trascrisse tra le sue carte (oggi conservate presso la Crusca, Manoscritti letterari, ms. 40) l'intero testo, valendosi di alcuni testimoni non espressamente menzionati, ma che si possono riconoscere in Fi BR 1821, Fi BR 1899 e Fi BNC II VI 30 (cfr. Zaggia 2009, p. 92 n. 170). A fronte della prassi eterodossa seguita da Dello Russo, ne consegue il carattere fortemente contaminatorio della sua edizione.
In tempi recenti la questione è stata ripresa da Lorenzi 2011, che ha sondato in alcuni specifici loci del testo la sola tradizione trecentesca del volgarizzamento (undici codici, con l'esclusione di Svizzera, Coll Priv, non consultato, e dei manoscritti che non contengono l'intera opera), con l'intento di fornire una prima indicazione dei rapporti tra i testimoni, passo necessario per la futura edizione critica. A seguito di tale indagine sembra ci si trovi in presenza di uno stemma bipartito, che oppone da un lato Fi BML Redi 180, Fi BML LXII 11 e Fi BR 1821, codici nel complesso molto autorevoli (specie l'ultimo), e dall'altro Fi BNC II VI 30, Fi BML LXXXIX inf. 31, Fi BML LXII 13, Fi BR 1899 e CdV BAV Vat. lat. 3223 (con il primo più affidabile degli altri collaterali). Tre testimoni (i gemelli Fi BML XLIV 31 e Fi BNC II IV 44, e Fi BML LXII 10), inoltre, paiono contaminati, attingendo ad entrambe le famiglie.
N. De Blasi, Il rifacimento napoletano della "Historia destructionis Troiae". I. Rapporti con la tradizione latina e i volgarizzamenti conosciuti, in «Medioevo Romanzo», VI (1979), pp. 98-133.