Il Diretano bando è una delle due traduzioni prosastiche in volgare italiano del Bestiaire d'Amours di Richart de Fornival (per l'altra vd. la scheda di Bestiaire d'Amours, Volgarizzamento pisano). Composto attorno alla metà del Trecento, il Diretano è tràdito da un unico testimone (Fi BNC II IV 29), della fine del sec. XIV e dalla patina fiorentina.
Il testo, dopo la vecchia e inadeguata edizione Grion 1869b, che manifestava interventi poco giustificati e numerose sviste, è stato ottimamente edito da Casapullo 1997. Per quanto riguarda il testo francese utilizzato dall'anonimo traduttore, già lo studio di Radicula 1962 aveva messo in luce come tutti i bestiari italiani variamente tributari dell'opera di Richart de Fornival derivassero dalla versione francese oggi trasmessa dai codici New York, PML 459 (M) e Fi BML Ash 123 (Q). Ciò vale anche per il Diretano (cfr. Casapullo 1997, pp. LVII-XCV): M e Q, esemplati nell'Italia settentrionale e facenti capo a un archetipo rimaneggiato a cui risale anche un terzo manoscritto (Fi BML LXXVI 79), sono infatti gli unici della tradizione francese a presentare nella parte finale «una lunga continuzione apocrifa» (cfr. Segre 1957, pp. CXXX-CXXXIX), che trova riscontro nella traduzione del Diretano, ai capp. 59-71.
G. Grion, Il «Mare amoroso» poemetto in endecasillabi sciolti di Brunetto Latini (II), in «Il Propugnatore», II (1869), pp. 147-179 e 273-306.