Il duecentesco manoscritto Berlin S Ham. 390 (lo stesso che conserva i Disticha Catonis, i Proverbia super natura feminarum e lo Splanamento del cremonese Patecchio) contiene una traduzione in veneziano del Pamphilus risalente alla metà del secolo XIII. Il volgarizzamento, che nel codice è affiancato al testo latino, fu edito magistralmente da Tobler 1886-1888 (che forniva alle pp. 232-255 delle illustrazioni linguistiche e un breve lessico). In tempi più recenti Haller 1982 ha proposto una nuova edizione (dopo uno studio preparatorio sulle modalità di traduzione del volgarizzatore: cfr. Haller 1976), che, pur correggendo una decina di errori di trascrizione di Tobler, non può affatto dirsi migliore della precedente, a causa di alcuni gravi limiti in sede di allestimento del testo (ad es. il livellamento delle oscillazioni grafiche di ke, que, qe) e soprattutto nello studio linguistico e nella redazione del glossario (cfr. in proposito le osservazioni di Trovato 1985b, Marri 1985 e Salem Elsheikh 1986).
Per quanto riguarda la lingua del volgarizzamento, al fianco dei prevalenti tratti veneziani se ne individuano altri da ricollegare al trevigiano: andranno dunque prese con una certa diffidenza le conclusioni di Haller, secondo cui la copia sarebbe senza dubbio rialtina. Ben più interessante è invece lo studio linguistico fornito nella sua tesi di laurea da Kammerer 1974-1975: alla luce del raffronto con gli altri testi contenuti nel codice, egli ritiene che alla lingua di un volgarizzatore veneziano si sia sovrapposta la patina di un amanuese trevigiano (le conclusioni sono riassunte da Trovato 1985b).
Il Panfilo veneziano, a cura di H. Haller, Firenze, Olschki, 1982.
M. Salem Elesheikh, Sul volgarizzamento 'veneziano' «Pamphilus de amore», in «Filologia e critica», XI (1986), pp. 83-100.