Il volgarizzamento napoletano dell'Historia destructionis Troiae ci è conservato da due manoscritti, dipendenti da un archetipo comune: il trecentesco Paris BNF It. 617 (P) e il più tardo Oxford BL Canon. 133 (O). Il primo, antico e autorevole (conserva spesso le lezioni migliori), presenta nell'ultima parte la contaminazione con il volgarizzamento toscano, opera di Filippo Ceffi: il suo antigrafo doveva infatti essere mutilo per la caduta di alcune carte, e qualcuno - forse lo stesso copista di P (cfr. De Blasi 1986, p. 44) - ha fatto ricorso all'altra fortunata traduzione per colmare la lacuna, cercando di "ricucire" coerentemente le due sezioni.
Il volgarizzamento è stato edito criticamente da De Blasi 1986, sulla scorta di precedenti lavori preparatori (cfr. De Blasi 1979 e De Blasi 1980). Il testo si fonda su P per la sua poziorità, ma l'editore fornisce, giustamente, anche la chiusa di O. L'edizione è corredata da uno studio della facies napoletana testimonianta dai due codici (soprattutto da P).
Fondamentali, specie per lo spoglio linguistico, sono le osservazioni di Paradisi 1987, che nel recensire il volume corregge le non poche imprecisioni (dovute in parte a refusi di stampa) rintracciabili nella trascrizione del codice parigino.
N. De Blasi, Il rifacimento napoletano della "Historia destructionis Troiae". I. Rapporti con la tradizione latina e i volgarizzamenti conosciuti, in «Medioevo Romanzo», VI (1979), pp. 98-133.