L'Istorietta è tràdita da due codici: Fi BML Gadd. rel. 71 (L; sec. XIV in.) e Fi BNC II IV 49 (M; metà del sec. XIV). L'opera è la traduzione di uno dei cinque rifacimenti prosastici in lingua d'oïl del Roman de Troie: in particolare, il testo italiano si rifà alla terza redazione francese (la cosiddetta Prose 3: cfr. Jung 1987 e Jung 1996), inedita e conservata da un solo codice integro (il quattrocentesco Rouen BM O 33) e da tre testimoni frammentari (Paris BNF Lat. 6002, London BL Landsdowne 299 e Oxford QCL CVI), forse lacerti di uno stesso manoscritto originario.
L'Istorietta fu edita da Gorra 1887, pp. 371-403 e da Schiaffini 1926, pp. 151-184: in entrambi i casi era stato scelto come testo-base il vetustior L. Un'ottima edizione parziale, che segue il testo di Schiaffini, apportando minime correzioni, si legge anche in Segre-Marti 1959, pp. 533-545.
Più di recente, Alfonso D'Agostino ha promesso una nuova edizione: in attesa del testo (che dovrebbe contenere un centinaio di innovazioni rispetto alla pur meritoria ed. Schiaffini), l'editore ha fornito preziose indicazioni sui rapporti fra i due testimoni in un articolo preparatorio (D'Agostino 2006). Se ne ricava che L e M, tra loro indipendenti, derivano da un archetipo comune, come dimostrano alcuni errori che condividono. L si rivela nel complesso più affidabile, in quanto M tende spesso a innovare, distanziandosi dalla Prose 3 (in particolare, si rintracciano vari passi in cui il cod. della Nazionale sembra tradire l'influenza del Decameron, obbligando così a collocare la datazione del testimone oltre la metà del Trecento); non mancano però casi in cui la lezione di M è più vicina al testo francese, e per questo nella nuova edizione sarà da preferire.