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prosa
poesia
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L'alta bellezza de placer compita
L'amoroso vedere
L'arco, la corda, i gravi colpi e doppi
La 'namoranza disïosa
La ben aventurosa innamoranza
La dolce cera piagente
La doloroza noia
La figlia di Tiresia non si stancha
La gran sovrabbondanza
La mia gran pena e lo gravoso affanno
La mia vit'è sì fort'e dura e fera
La necessità obbligò l'Uomo ad inventare le arti: la ragione gli fece rinvenire le scienze: l'ingeno gli aperse i floridi campi delle lettere amene.
La soma vertù d'amor, a cui piaque
Lasso di far più verso
Lasso, taupino, in che punto crudele
Le favole, compar, ch’om dice tante
Le gioi ch’i’ t’ho recate da Veneza
Li bianchi e li vermigli e gialli fiori
Lo badalisco a lo specchio lucente
Lo core inamorato
Lo dio d'Amor con su' Arco mi trasse
perch'i' guardava un fior che m'abellia,
lo quale avea piantato Cortesia
nel giardin di Piacer; e que' vi trasse
sì tosto ch'a me parve ch'e' volasse,
e disse: «I' sí ti ten
Lo giglio quand'è colto tost'è passo
Lo gran valore e lo presio amoroso
L’altrier sì mi ferio una tal ticca
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