Fra le belle e buone città d'Italia, Napoli è la più gentilmente bella, la più profondamente buona. Non la lasciate povera, sporca, ignorante, senza lavoro, senza soccorso: non distruggete, in lei, la poesia d'Italia.
Taddeo, che da le lagreme de Zoza e da lo selenzio de la schiava, ch'era ammotuta, comprese e pescaie la verità de lo fatto; e, facenno a Lucia tale lavata de capo che non se saria fatto a n'aseno, fattole confessare de vocca propia sto trademiento
Non è egli questo il vero punto di veduta, sotto di cui de' esser considerato questo punto di storia presente della nostra Patria Letteratura? Se è così non sò per qual ragione non abbiano ad arrossire de' loro furiosi trasport
Qui finisse il Libro Singulare Nominado Cesariano sumado in parte de Salusti e de Suetonio e de Lucano con Juliano e altri grande historiographi e Summi Poeti
Perciò non mi pare potersi più sostenere il detto del nostro antico Poeta; Che l'antico valor Negl'Italici cuor non è ancor morto; ma dubito che finalmente, datasi pace, non s'abbia a cominciare a dire, che
Avete comodo? profittatene, e rendetevi utile. Avete talenti? usategli in bene, e non per fare la vergogna vostra, e l'inquietudine degli altri. Avete carattere, e carattere venerando? non vogliate nè prostituirlo, nè obbligare alcuno di cre
Illa igitur reverentia Cesar utatur ad Petrum qua primogenitus filius debet uti ad patrem; ut luce paterne gratie illustratus virtuosis orbem terre irradiet, cui ab Illo solo prefectus est, qui est omnium spiritualium et temporalium gubernator.
Parvum parva decent. Mihi jam non regia Roma, Sed vacuum Tibur placet, aut imbelle Tarentum; Gaudentem parvisque sodalibus, & lare certo, Et ludis, & post decisa negotia, Campo. Metiri se quemque suo modulo, ac pede verum e
Si quarche vota so ghiuto pe ve cellecà, e v'aggio sceccato, non credite ca v'aggio voluto perdere lo respetto, pocca vuje sarrite sempe lo masto mio, e da scolariello vuosto craje faccio dicere ca se proibesce sto libretiello, pe nne vennere cchi&